Paolo Calzà

Alto Garda. Nuovi paesaggi

Progetto a cura di
Comitato salvaguardia dell’olivaia, Comitato per lo sviluppo sostenibile, Italia Nostra (sezione trentina), WWF Trentino

Volume stampato in occasione della mostra “Alto Garda. Nuovi paesaggi”
MAG, Museo Alto Garda, Riva del Garda 18.10 | 1.11.2015

Edizione
© Paolo Calzà, Rovereto (Trento)

Le fotografie di Paolo Calzà contengono molte informazioni e sollecitano altrettante riflessioni.
Con un paradosso: nonostante ritraggano soggetti che non si possono definire gradevoli, si fanno guardare, innanzitutto, per puro piacere estetico. Merito, ritengo, della loro accurata composizione. La calibrazione prospettica è qui essenzialmente distacco dal soggetto e rispetto per l’osservatore; e se la bruttezza di quegli edifici e di quei luoghi appare ancora più inquietante, lo si deve proprio all’assoluta neutralità del mezzo, alla sua attendibilità. Questo non è un artificio retorico, ma l’opposto: trasparenza e onestà intellettuale. Oltreché, beninteso, padronanza dell’arte.
Il catalogo è vasto e doloroso, talvolta grottesco, come le prime due immagini, fumettistiche parodie della natura. Ci sono gli scempi operati direttamente entro la cornice paesaggistica (ex Argentina) e frammenti edificati colpevolmente dispersi nella campagna. C’è il tritume urbanistico che ha invaso la piana e la collina, in modo poroso e discontinuo, finendo con l’imprigionare i residui “lotti agricoli”entro la campagna edificata. Ci sono gli scatoloni produttivi, gli scatoloni terziari e gli scatoloni residenziali, ognuno “ordinatamente” collocato nella sua zona e nel suo lotto, in una sorta di smembramento urbano che però non ha impedito che case e fabbriche finissero fianco a fianco.
Ci sono le nuove strade di collegamento costrette a sprofondarsi sotto il suolo e le vecchie arterie incrostate di attività che prosperano parassitariamente sui flussi passanti. Ci sono le drammatiche sproporzioni tra gli edifici, gli accostamenti improponibili, le velleità auto-celebrative, le incongruità infrastrutturali. C’è l’accidentale provvisorietà dei margini urbani. C’è la desolante piazza di Torbole,che assieme al relitto acefalo dell’ex Colonia Pavese costituisce un elaboratissimo monumento al nonsense. C’è infine l’erosione della montagna per produrre inerti, e il consumo di suolo che quegli inerti servono a produrre.
C’è tutto quello che abbiamo maldestramente combinato in mezzo secolo di pianificazione sbagliata e di progettazione incolta. Fermiamoci qui e cominciamo a pensare a come porvi rimedio, tenendo sempre sott’occhio queste immagini, come alimento del nostro rimorso e come monito a non ripetere gli stessi errori.

Beppo Toffolon
Presidente Italia Nostra Trentino

ITA - Informativa sui cookies • Questo sito internet utilizza la tecnologia dei cookies. Cliccando su 'Personalizza/Customize' accedi alla personalizzazione e alla informativa completa sul nostro utilizzo dei cookies. Cliccando su 'Rifiuta/Reject' acconsenti al solo utilizzo dei cookies tecnici. Cliccando su 'Accetta/Accept' acconsenti all'utilizzo dei cookies sia tecnici che di profilazione (se presenti).

ENG - Cookies policy • This website uses cookies technology. By clicking on 'Personalizza/Customize' you access the personalization and complete information on our use of cookies. By clicking on 'Rifiuta/Reject' you only consent to the use of technical cookies. By clicking on 'Accetta/Accept' you consent to the use of both technical cookies and profiling (if any).

Accetta
Accept
Rifiuta
Reject
Personalizza
Customize
Link
https://www.paolocalza.it/alto_garda_nuovi_paesaggi-w5633

Share on
/

Chiudi
Close
loading